TITOLI DI CODA





Una lista di nomi.
Niente di più niente di meno.
È questo che sembriamo, stampati su un foglio. Però, se notate bene, c’è scritto che il nostro è stato un film. Un film lungo due anni, quindi presumo o Giapponese o Francese, ma c’è a chi piacciono così, anche al TFF.
È incredibile perché so che non ho ancora elaborato questo lutto, i titoli di coda stanno ancora andando avanti, e io dalla sala mi spavento a uscire.
Fuori magari piove.
E poi vuoi mettere, la magia del cinema, la sala buia, immergersi in un mondo completamente diverso dal tuo.
E poi, che personaggi, uno meglio dell’altro.
Certo, difficile credere possa esistere gente così. Gente che viene da tutta Italia, addirittura uno Svizzero, che ama la Sicilia ma sta a Torino e c’ha pure due figli e…no questo personaggio è complicato da spiegare.
Ci sono due giganti, uno buono e uno un po’ meno buono, ma tutti e due fantastici. A uno piace il metal e sa tutto di musica, ama il fantasy ma è anche un filosofo, e poi quando beve troppo sembra l’incredibile Hulk.
L’altro parla quasi solo di donne, di piadine e di…beh, di donne. Però è uno di quelli che nelle cose ci crede, super positivo, tutte in sala tifavano per lui.
Poi c’è un tizio che sembra uno degli osservatori di Fringe, e parla pure di alieni, e ti sembra scontroso ma non si sa come alla fine c’è sempre quando si ha bisogno di lui.
C’è una ragazza che non si fida di nessuno, perché c’ha troppi traumi, si porta sempre appresso una boccetta di xanax ma non appena si tranquillizza è la prima a ballare in pista e a ridere e abbracciare tutti.
C’è una donna, forte e ironica, viene dalla Calabria, c’ha i capelli rossi e “spacca i culi ai passeri”. Fuma all’angolo della bocca e quando ti guarda ti fa sorridere.
Ce n’è una che è sola, sempre.
C’è un ragazzo che non sembra avere attrito, è sempre in giro e non vuole cucinare, sostiene che questo sia esser Liguri, ma si accompagna spesso a un altro Ligure che come lui non è affatto, anzi. Occhi azzurri a palla, capello biondo sparato e camicie improbabili. Com’è sta Liguria, quindi?
C’è un tizio che ha un cognome assurdo, Lizzz, lizzuard, Liard? Chissà, che abbraccia tutti e cerca sempre di farti ridere e non si sa come sa sempre di cosa parlare.
Una ragazza dagli occhi azzurri e sempre allegra, che bella com’è la prima cosa che pensi è :questa è sicuro una che non ti caga, e invece è una tra le più dolci creature che hai mai incontrato.
Una ragazza, poi, che porta abiti e gioielli che sembra uscita da una rivista, con le sue lunghe gonne, le sigarette girate, lo smalto perfetto, e quando passa tutti si voltano. Ma forse è anche perché accanto a lei c’è una splendida cagnolina, o è infondo una bambina vera, che si chiama Mela –o Arachide? Spesso cambia idea.-
Ci sono due ragazzi che il primo giorno di scuola ti sembrano una dal polo nord e uno dal polo sud, lei introversa e timida e lui un po’ un personaggio di un romanzo che hai letto quando eri piccola e per questo ti sta subito simpatico e ti sembra di conoscerlo da sempre. E poi si innamorano e diventano la coppia più bella che tu abbia mai visto.
Ce n’è uno che s’è visto poco e niente, che c’ha un tatuaggio sul braccio che gliel’hanno fatto un po’ male ma ha un bel significato, e ti avvicini a lui che è al pc e scopri che sta guardando un sito di scienza, eri certa stesse guardando un porno.
C’è una che dice di metterci la faccia, ma sembra ci metta il culo.
Una ragazza, giovane, che c’ha no stacco di cosce che fa invidia, e quando balla si diverte come una pazza e ti racconta una barzelletta che nessuno riesce a capire, te la deve ripetere venti volte e poi pure spiegartela, ma quando inizia a ridere le scendono sempre due lacrime, che è fantastico.
C’è un bomber.
Un uomo che viene da Roma e si sfrega il capezzolo con aria sexy, e ti dici questo è pazzo, ma poi ti tira fuori discorsoni e non sai a quale parte credere di più.
C’è un piccolo genietto che viene da Bologna, e ti fa le colonne sonore,  sa tutto del computer. Spara un sacco di balle ma basta capire come funziona per non cascarci.
C’è uno che dice “dai bene”.
Una ragazza che anche se c’hai parlato poco ti ha sempre sorriso e ha con se sempre una valigia, la incontravi ogni giorno con quella valigia e ti chiedevi dove andava e perché, e un po’ la invidiavi pure.
Un ragazzo che come parola, al colloquio, per descriversi ha scelto: colore. E ha mantenuto la promessa.
Uno che sembra un po’ Mirko di Kiss me Licia, con il suo coinquilino, sono super amici, e ti sembrano un po’ effettivamente dei personaggi di un cartone.
Una ragazza sexy con un neo sul naso.
Una giovane donna che sa già cosa vuole dalla vita e non ha paura di dimostrarlo.
Una che viene a scuola solo per comprarsi dei taralli alla macchinetta e per caricare il cellulare.
Uno che porta sempre le ciabatte, pure a Febbraio, con la neve. Bizzarro.
Un’altra ragazza che la prima volta che la vedi è su una bici e sorride e pure l’ultima, ti chiedi come sia possibile che sembra sempre così felice e speri lo sia veramente. C’ha un bellissimo caschetto color cenere e due grandi occhi blu, da più grande forse vuole fare la editor.
Ah, e c’è un pirata.
E che dire, poi ci sono anche gli altri, quelli che prima erano il secondo anno, poi ex secondo anno, ma sempre loro.
Una donna meravigliosa che adotta chi ne ha bisogno, soccorre quando qualcuno chiede aiuto, e soprattutto si guarda con te le serie tv nerd.
Una dolcissima ragazza del sud, che c’ha gli occhi un po’ a mandorla, e che ti ispira subito tenerezza.
Uno che parla di cinema, molto, anzi moltissimo, e poi balla alla John Travolta.
E poi i professori.
Uno sembra un po’ una mega mantide, urla un sacco, e ti spiega le cose appendendo dei panni in aula.
Un altro c’ha un dolce vita nero e si siede sulla cattedra.
C’è quel fantastico professore che ti fa vedere i film, che DEVI VEDERLI ASSOLUTAMENTE, e stoppa ogni dieci secondi per spoilere cosa sta per succedere, ma lo ami così tanto che non dici nulla.
Un professore che sembra un boscaiolo o un uomo delle caverne e ti spiega come nel passato fossimo tutti delle bestie, e che per scrivere quella bestialità la devi ritrovare.
E al suo fianco? Un professore che più diverso non potrebbe essere, ti parla di poesie e sempre con voce non troppo alta, e cerca di farti vedere sempre il lato bello e buono di ciò che hai fatto.
Un professore che sembra un metallaro, un po’ nerd –evviva- perché c’ha le magliette dei super eroi, e alla sua ultima lezione ti strappa la pagina di un’enciclopedia, dicendoti come non sono le parole di chi si crede migliore di te a definirti. E allora sì, cazzo, ti alzi in piedi e applaudi e ti freni dal salire sulla sedia e urlare :OH CAPITANO MIO CAPITANO!
C’è in didattica un ragazzo che scrive le mail con “cari tutti”.
Una bella donna dai capelli biondi e un uomo che cerca di motivarti, sempre e comunque.
Due personaggi meravigliosi che stanno sempre chiusi in regia, ma ai ragazzi ci tengono tanto quanto i professori e fanno anche spanciare dal ridere.
E poi c’è il preside, ma è un’entità un po’ sfuggente, inizi a immaginarlo come Sauron.

Ci sono dei genitori apprensivi e nostalgici che ti dicono che, senza di te, sono come due cocci di pastina in un mare di brodo.
Ci sono le serate sola a casa, le serate in compagnia di tre mariti, le serate in compagnia di quegli amici che sono quasi una famiglia, e con questo intendo dire che ci si scanna anche.
Ci sono le video chiamate con gli amici lontani, che ti mancano e li vorresti sempre con te.
Ci sono anche le video chiamate con i tuoi cani, che un po' sono come dei familiari.
Ci sono riassunti, ci sono serate sushi, cinema, pianti, risate, viaggi in macchina con colonne sonore incredibili, fraintendimenti, litigi, momenti imbarazzanti, sentimenti mal celati, ci sono tinte per capelli che macchiano il bagno, tanto caffè, serate anni '90, CIRCHI DEGLI ORRORI, sbronze colossali, c'è così tanto che dovrebbero fare la serie tv e non un film. 
C'è così tanto che non bastano le mie parole per descriverlo. 

Io da questa sala non vorrei andarmene e i titoli di coda sono finiti. Non ci sono scene nascoste. Ciò che doveva succedere alla fine è successo e ora puoi solo uscire e andare avanti, magari vedere un altro film. Ma come questo, davvero, non ce ne saranno molti.
E ringrazio tutti gli attori, i registi e gli sceneggiatori che lo hanno reso possibile perché a me ha cambiato la vita.


FIN. (?)

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